Patrimoniale del Banco delle Due Sicilie - Verbali di reggenza
I documenti patrimoniali del Banco delle Due Sicilie sono costituiti da volumi - contenenti dispacci (ossia lettere regie e ministeriali), decreti, rappresentanze (vale a dire risposte e relazioni dei Governatori del Banco), verbali della Reggenza, ordinanze, ecc. - e da incartamenti sciolti, raccolti in fascicoli. Essi rappresentano un prezioso campo di indagine per chi voglia conoscere non soltanto la storia del più antico istituto bancario del Mezzogiorno d'Italia, ma anche e soprattutto le vicende politiche, economiche e sociali degli ultimi cinquant'anni del Regno delle Due Sicilie. Come ad esempio le vicende della crisi creditizia e monetaria del 1821: anni difficili, che si protrassero fino al 1830 in conseguenza della sfavorevole congiuntura economica europea e delle turbolenze politiche del Regno, e che videro numerosi fallimenti di note case commerciali napoletane - Musso, Cuomo, Serra, Rasole e tanti altri. Negli anni successivi sorsero numerose società commerciali con l'intento di esercitare il credito, tentando di introdurre il deposito a risparmio: ciò suscitò l'opposizione ferma del Reggente del Banco, che in più occasioni segnalò al ministro delle Finanze i danni provocati all'Istituto. Ma tali innovazioni non ebbero vita lunga sia per la fragilità intrinseca delle strutture imprenditoriali, sia per le infelici speculazioni nelle quali alcune imprese si avventurarono.
Il fondo patrimoniale custodisce numerosi documenti di epoca anteriore alla costituzione del Banco delle Due Sicilie, sia per la continuità storica con gli antichi Banchi Pubblici napoletani, sia per la provenienza di buona parte del patrimonio che andò a costituire la dotazione iniziale del nuovo Istituto : patrimonio immobiliare, contratti di mutuo, arrendamenti ed entrate fiscali derivanti da antiche imposizioni, di difficile esazione. I Reggenti del Banco delle Due Sicilie - il duca di Carignano prima e Giuseppe Carta poi - non mancarono di prodigarsi con zelo per recuperare i crediti ceduti all'Istituto, ma i risultati non furono quelli sperati; tra i documenti abbondano le produzioni contro i vari debitori, gli incarichi affidati ai patrocinatori, note di spese e vacazioni, relazione del Reggente al Ministro delle Finanze, corrispondenze con le amministrazioni finanziarie.
Numerosi anche gli incartamenti dedicati al personale del Banco relativi al pagamento degli stipendi, prove d'esame, istanze d'impiego, assegnazioni ai vari uffici. La nomina degli impiegati era demandata all'esperienza e diligenza del Reggente, a norma del Regolamento del 1817, ad eccezione della "piazza" di Segretario Generale e di Razionale, la cui nomina era subordinata all'approvazione del sovrano. Da notare che gli impiegati, nei primi anni di vita del Banco delle Due Sicilia, sono quasi tutti impiegati degli antichi Banchi Pubblici napoletani soppressi, che hanno dovuto ricominciare la carriera dall'inizio, per cui giungono alla vecchiaia con stipendi modesti.