BANCO DELLE DUE SICILIE


 

Il Banco delle Due Sicilie fu il risultato della fusione, avvenuta verso la fine del 1809, del Banco Nazionale delle Due Sicilie, sorto appena un anno prima, e del Banco di Corte o Banco di San Giacomo; fusione voluta da Murat che, seguendo l'indirizzo del suo predecessore, Giuseppe Bonaparte, mirò ad una politica di riordinamento ed ammodernamento degli istituti bancari napoletani. Verso la fine del 1816, con la seconda restaurazione borbonica, Ferdinando I revocò i decreti emana

ti durante l'occupazione militare, ma confermò la struttura bancaria dell'Istituto, istituendo due Casse distinte: la Cassa di Corte, nel locale dell'antico Banco di San Giacomo, e la Cassa dei Privati, nel locale dell'antico Banco della Pietà.

La Cassa di Sconto fu poi istituita con decreto del 23 giugno 1818 come derivazione della Cassa di Corte, con la dotazione di un milione di ducati, messi a disposizione della Tesoreria Generale, costituendo così una profonda innovazione nella vita economica del Regno e nella gestione bancaria.

Il bisogno di nuove istituzioni bancarie era avvertito soprattutto nei territori al di fuori della ristretta cerchia metropolitana. Il Banco, sensibile alle necessità del momento, sollecitato anche da alcune petizioni, dal 1841 al 1850 estese la sua attività oltre i confini della capitale, istituendo una Cassa di Corte a Palermo e Messina (1844) - trasformate poi nel 1950 nel Banco Regio dei Domini al di là del Faro, il futuro Banco di Sicilia -, a Bari (1857), a Reggio ed a Chieti (1858)