"MAGGIO DEI MONUMENTI 20000"
La
Soprintendenza Archivistica per la Campania ha sede lungo il decumano inferiore
del centro antico di Napoli negli appartamenti storici del rinascimentale
palazzo Marigliano (già di Capua). MEMINI è l'esortazione che si coglie
dall'incisione dei frontoni del Palazzo, e alla conservazione e alla
valorizzazione della memoria storica è rivolto l'impegno di questa
Soprintendenza che, quale Istituto del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali svolge l'attività di vigilanza e tutela sugli archivi degli enti
pubblici e dei privati (intesi sia come persone che come enti) di tutta la
Campania. Gli storici, per poter disegnare seriamente il nostro passato, hanno
sempre avuto considerazione delle fonti scritte, cioè degli archivi. E, da
quando, con la "rivoluzione storiografica" partita dall'esperienza
francese intorno alle "Annales" degli anni '30 del Novecento, anche la
nostra storiografia si è definita nella ricostruzione di una "storia
totalizzante", socio-economico-strutturale, non vi è disciplina, dalla
storia dell'arte alla storia dell'agricoltura, dalla storia della medicina alla
storia dell'alimentazione, oltre alla tradizionale storia politica, che per la
ricerca non debba percorrere gli archivi anche i più inconsueti, per trovare
fonti originali, poter costruire dati seriali, lavori interdisciplinari,
ricercando anche in una raccolta apparentemente modesta di lettere, in un
diario, in un album di fotografie. E tutti gli archivi che non siano prodotti da
uffici dello Stato, in Campania sono sottoposti alla competenza della
Soprintendenza Archivistica di Napoli. Si consideri l'impegno per tutti gli
archivi dei 551 comuni della nostra regione a partire da Napoli, la capitale
dell'antico Regno meridionale, delle cinque province, della Regione, degli
ospedali (di enti pubblici), per gli archivi storici privati, appartenenti alle
antiche famiglie della nobiltà che spesso gestivano la politica, a personalità
politiche di ogni tempo a uomini illustri in ogni campo, alle istituzioni
benefiche, alle banche, agli istituti culturali, alle grandi e piccole
industrie, alle aziende agricole e ad ogni settore che si possa definire privato
(di ente o di persona). Mentre un'altra ricchissima testimonianza offre alla
storia il settore degli archivi ecclesiastici, di Diocesi, parrocchie,
monasteri, confraternite, che costituiscono una fonte preziosa per la storia
religiosa, ma anche per la storia civile, tanto preziosa quanto influente fu la
presenza della Chiesa nel corso dei secoli.
La Soprintendenza Archivistica, dunque, è responsabile di un patrimonio
culturale che vuole e deve valorizzare perché gli archivi costituiscono quel
"tesoro delle carte", riflesso scritto della nostra appartenenza, per
affermare la nostra identità e costruire una memoria del passato, viva, per
spiegare il nostro presente, per programmare un consapevole futuro. Percorsi
descrittivi di alcuni archivi per un viaggio tra documenti affascinanti per le
decorazioni miniate, conservate in sedi storiche, gioielli dell'arte, come
l'archivio storico del Banco di Napoli, l'archivio Diocesano, il Pio Monte della
Misericordia, il Convento di San Domenico Maggiore, il Conservatorio di San
Pietro a Majella, per limitare questo viaggio alla sola Napoli, riguardano
spesso anche il mondo dell'arte, le presenze di artisti che in tutti i secoli
hanno reso Napoli una grande capitale. Ma il tempo della globalizzazione è
feroce nella sua velocità, che coinvolge in cambiamenti turbinosi proprio il
mondo degli archivi, che da una parte gode di questa rivoluzione tecnologica che
permette di compattare su supporti di minime dimensioni scaffali e scaffali di
carte, ma d'altra parte deve fare i conti con la resistenza che questi supporti,
i loro materiali, possono opporre all'ingiuria del tempo, alle modalità di
conservazione. Quindi una
Soprintendenza Archivistica deve oggi dominare la strutturazione di archivi
trasformati e deve sempre più gestire la conservazione e la fruizione nel tempo
degli archivi contemporanei che si devono costruire per resistere, per
consegnare alla storia del futuro la memoria del presente. Una Soprintendenza
Archivistica dinamica deve impegnarsi perché, nella velocità del tempo della
globalizzazione, diventa di "notevole interesse storico" il passato più
recente, deve impegnarsi per sensibilizzare gli stessi possessori di ogni
documento (documento-monumento) in qualunque forma prodotta, sul valore di un
bene, di cui spesso non rilevano l'importanza, ma che accompagna l'attività che
ognuno consegna al futuro, deve impegnarsi a scrutare le tendenze, le presenze,
le peculiarità in ogni campo del territorio che le compete, per valorizzarne il
ruolo contemporaneo, costruire la sua storia futura. Tendenze, presenze,
peculiarità, da oltre trent'anni rendono Napoli ancora una grande capitale per
il fermento culturale che lievita attraverso le storiche gallerie d'arte
contemporanea, che registrarono, con straordinaria sintonia gli umori
rivoluzionari, le rotture che in tutto il mondo spingevano la vita dell'arte,
che vuole "significare", non più rappresentare. Un'esplosione, quella
di Napoli, che forse risponde, con le sue gallerie, con presenze di artisti di
tutti i movimenti, con le sue performances nei primi spazi di Lucio Amelio, poi
di Trisorio, Lia Rumma, Peppe Morra, Carola, al malessere indotto dal buio di
decenni che precipitavano nell'uso di una politica clientelare, nella
speculazione che metteva le "mani sulla città", poi nel terrorismo,
nell'epidemia di colera, infine in un drammatico terremoto, mentre montava la
criminalità, l'infiltrazione camorristica in ogni luogo di potere, in ogni
contrabbando cinicamente rivolto al commercio della morte. Con queste
riflessioni, con queste sensibilità, la II Settimana della Cultura della
Soprintendenza Archivistica per la Campania quest'anno è dedicata alle
"Carte dell'arte". Mostra documentaria, fotografica e multimediale
che, accanto a carteggi, fotografie, filmati, espone tre inediti album che
contengono memorie di vita e di lavoro, foto uniche, fogli disegnati o con
interventi creativi, vere opere d'arte, realizzati da artisti che dal 1972
furono ospitati nel buen retiro di Villa Orlandi ad Anacapri da Pasquale e Lucia
Trisorio, mecenati della loro pace, per l'espressione della loro creatività, in
un luogo incantevole. Questi album sono stati fotografati integralmente per
l'occasione da Peppe Avallone, grazie al generoso contributo dell'Istituto Banco
di Napoli e per l'attenzione del suo Presidente Prof. Adriano Giannola, che ha
consentito così l'intervento di salvaguardia di un bene culturale a forte
rischio e di enorme valore, che dovrebbe trasfondersi in un libro d'arte
liberamente circolante. Questa settimana, con tutte le sue iniziative, intende
lanciare il progetto di un censimento capillare del patrimonio documentario
delle gallerie d'arte contemporanea per ricerche non solo intrinseche delle
vicende culturali e artistiche di oltre un trentennio, ma per risvolti
economici, sociali, legati anche alla committenza, al collezionismo, alla
critica specializzata, alla scoperta di artisti, fotografi, scultori napoletani,
quotati e ricercati nelle più grandi Fiere di tutto il mondo, presenti nei
Musei più prestigiosi. E la costruzione di un Museo d'arte Contemporanea su cui
si scontrano da tempo momenti di speranza, tristi ripensamenti, scelte,
proposte, dibattiti istituzionali e rissose discussioni, è anche al centro
delle sollecitazioni che con la II Settimana della Cultura, dedicata
all'archivio dello Studio Trisorio, la Soprintendenza Archivistica per la
Campania mette in campo, per rilanciare questo progetto di Museo e per dire che
un contenitore d'arte deve essere integrato da un centro di documentazione,
cartaceo, fotografico, multimediale, da una videoteca. In questo campo da anni
la Soprintendenza dà il suo patrocinio alla rassegna Monumedia e al Festival
Artecinema, radicato, primo in Italia, proprio a Napoli che lo deve alla tenacia
all'entusiasmo di Laura Trisorio, delfina dell'indimenticabile Pasquale, che
come lui ha trasfuso nell'attività con la mamma Lucia, la sua contagiosa
vitalità che le consente con grande abnegazione di regalare alla città,
ingenerosa di sostegni pubblici, questo Festival affollatissimo, che diffonde e
supporta la fruizione dell'arte contemporanea, da parte di un pubblico di ogni
età, in compenso generosissimo. Uguale successo e generosità auspica la
Soprintendenza, che vede, dunque, realizzarsi un progetto definito da alcuni
anni che oggi, da precoce intuizione, trova forza istituzionale "per il
carattere di novità e di apertura verso nuovi ambiti di attività
creative" del Ministero per i Beni e le attività culturali rivolto ad
"evidenziare e riflettere gli aspetti essenziali delle sue nuove
politiche", che si concretizzano anche nell'istituzione di un Ufficio
Centrale per l'Architettura e l'Arte Contemporanee. Successo e generosità che
debba premiare la fiducia concessa a questa iniziativa, delegata dal
Soprintendente Archivistico Giulio Raimondi, e quanti hanno collaborato dentro e
fuori le mura di Palazzo Marigliano, sponsorizzando l'arricchimento delle
giornate con attrezzature audiovisive, stampa, riproduzioni fotografiche,
postazione informatica, progetti grafici e allestimento.
Maria Rosaria de Divitiis